Quando si parla delle eccellenze della cucina e tradizione culinaria italiana, spesso vien in mete l’Emilia Romagna, terra di tesori e ricette famose in lungo in largo fino ad arrivare oltreoceano. Basti pensare ai tortellini, al ragù, alle lasagne e la pasta fresca in generale. Ovviamente, non è finita qui perché ci sono tante eccellenze, comprese alcune che sono meno conosciute e note. È il caso della bondiola, un particolare insaccato tipico della zona di Ferrara. È giunto quindi il momento di andare a scoprire qualcosa di più sulla bondiola, ponendo l’accento su che cosa sia in primis e poi su come si abbina a tavola.
Che cos’è la bondiola
La bondiola altro no è che un particolare insaccato tipico del ferrarese. A differenza di altri insaccati però questo va prima cotto, un po’ come fosse un cotechino. Non è stagionato e viene prodotto utilizzando la carne di maiale, ingrediente principe della cucina emiliana in generale.
Per entrare più nel dettaglio, si usa principalmente la carne della testa del maiale che viene aromatizzata utilizzando aglio, sale vino rosso. Dopo che è stata cotta per all’incirca due ore, la carne viene mescolata con polpa magra macinata e il tutto è inserito nella vescica del maiale.
Ovviamente, quando si tratta di aromatizzare la carne che già di per sé così sarebbe più che gradita al palato di chiunque, ogni salumeria storica ha un po’ la sua ricetta e il suo mix di spezie che possono includere garofano e cannella o pepe per bilanciare le note più ferrose e decise del maiale.
Come si mangia la bondiola
Dopo aver parlato brevemente di che cos’è la bondiola, arriva il momento di parlare invece di come va preparata e mangiata. La tradizione vuole che questo insaccato venga consumato 40 giorni dopo la Pasqua. Tuttavia, la sua somiglianza con il cotechino fa sì che la bondiola si trovi sulle tavole durante le feste natalizie. La bondiola va tagliata a fette dopo al cottura e servita con purè di patate oppure semplicemente con la coppia ferrarese.